S’infrange contro l’ultimo della serie dei cinque rigori designati il sogno della Serie B di pallanuoto per il Lanciano Sport Center. Esulta, invece, la Promosport Cagliari, giunta in Abruzzo agguerrita più che mai e che torna a casa con la promozione in tasca.
Ai tempi regolamentari la partita si chiude 11 a 8 per gli ospiti, risultato che pareggia (essendoci gli stessi gol di scarto) l’11-14 dell’andata a favore della squadra frentana.
Una gara, disputata tra i colori rossoneri di cui la piscina è bardata, molto combattuta, in vasca e sugli spalti, gremitissimi e con un tifo incontenibile. Il primo tempo si conclude con un 2-4 per i sardi, molto più prestanti e sfacciati a livello atletico e che mantengono il vantaggio per l’intera durata del match. Nel secondo tempo, che finisce con un 4-7, gli animi cominciano a farsi incandescenti, con continui e velocissimi capovolgimenti di fronte e l’arbitro che fischia in continuazione falli e comincia a tirare fuori cartellini. Alla fine si conteranno diverse espulsioni e numerosi cartellini gialli. Nel terzo tempo, finito 6-9, la partita è sempre più spigolosa e va avanti tra le proteste, contestazioni, ammonizioni ed espulsioni. Il Lanciano sbaglia in attacco: non riesce a segnare e a sbloccare il risultato e a portarlo a proprio favore, di fronte ad una porta avversaria che pare stregata. L’ultimo tempo vede i ragazzi del Lanciano, guidati da mister Francesco Mammarella, a tratti in forte difficoltà, di fronte ad un avversario spregiudicato e coriaceo, il cui allenatore si mette a più riprese anche a battibeccare con il pubblico. Comunque alla fine è un 8-11 che porta dritto ai rigori. E qui il Lanciano si arrende, nonostante il sostegno di una calorosissima tifoseria. Lacrime tra i giocatori del Lanciano, in calottina bianca; mentre sul volto di Mammarella cala tutta la delusione.
“Siamo stati sfortunati, troppo alta tensione o comunque non era quella giusta - dice Franco D’Intino, presidente del Lanciano -. Abbiamo sbagliato diversi rigori e tiri in porta durante la partita, probabilmente si è sentito molto, troppo, il peso della competizione”.