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IL FUTURO DI VASTO

IL SUO POSTO NEL MONDO

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A Vasto ci sono dei luoghi che segnano la nostra storia. Uno di questi e il chiosco di “Costantino”, l’odore di castagne arrosto, le nocelle di San Michele, i lupini. C’è ancora.
È una presenza che mi ha sempre fatto riflettere. Vasto non è più la città di Francesco Paolo Votinelli “Addò Sande Pandalàune vennaive ndriche e sciavunelle”. Ma quel chiosco di “Costantino” è ancora lì, a ricordarci che la nostra città non è un’altra città è ancora quella. Ma nel contempo ci ricorda che Vasto è cambiata e deve cambiare, con intelligenza, con il lavoro, deve trovare la dimensione, il giusto protagonismo nel veloce processo di cambiamento in atto, senza smarrire se stessa, custodendo il proprio spirito e la propria identità.
Perché un aggancio alla memoria all’inizio di un percorso elettorale che guarda al futuro?
Perché i protagonisti di quell’impresa sono gli stessi di oggi: la politica e la comunità, i cittadini tutti. Occorre mantenere la regia delle proprie idee, senza subire quelle di altri. Vasto è una città dalle grandi potenzialità spesso mortificate. Potenzialità donate alla nostra città dalla natura e potenzialità derivate dalla grande capacità della gente della nostra terra. Sono presenti realtà imprenditoriali d’eccellenza in ogni settore, dal turismo al commercio, nel settore meccanico e terziario in genere. E non solo.
Gli effetti di una pandemia globale hanno modificato le nostre abitudini, le nostre sicurezze e il futuro appare quanto mai da costruire; da un lato, liberando energie e sviluppando con velocità e forza i nostri talenti, mettendo in campo le competenze migliori e dall’altro, accompagnando i più fragili e prendendoci cura di chi, lasciato solo, non potrebbe o non riuscirebbe a tenere il passo. Una Vasto che necessità di essere ripensata perchè dopo l'epidemia di Covid-19 è una realtà nuova sulla quale agiscono fattori e percorsi partiti da lontano e non ancora risolti.
Una statale 16 da reinventare nel tracciato, quartieri e rioni da riconnettere, una mobilità da ripensare, una macchina amministrativa da riorganizzare e una comunità che deve riscoprire la bellezza e la forza la forza dei propri legami culturali e sociali.
Ci siamo alleati perché siamo consapevoli che proprio la città, con il suo intreccio di forze globali e di passioni locali, di nuovo che avanza e di memoria storica, rappresenta oggi uno strumento straordinario per costruire un modo nostro di essere capaci di gestire i tempi e le modalità del cambiamento. Impedendo che questi stravolgano il nostro modo di essere e senza delegare ad altri l’idea di cosa dovremo diventare. Vogliamo e dobbiamo essere attori protagonisti del nostro destino di comunità. Se pensate che queste siano solo belle parole, avete sbagliato programma e coalizione. Perché abbiamo di fronte l’occasione per cambiare, anche radicalmente, alcune cose che non funzionano. Per costruire un nuovo sviluppo sostenibile e una migliore qualità della vita, conservando lo spirito dei nostri luoghi. Con lo stile di uomini e donne del fare, con la forza di chi nella vita personale e professionale ha dato prova di quanto la passione unità alla competenza e all’umiltà possano cambiare la storia e governare i processi.

 

 

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